Molti pensano che la storia dell’arte sia il frutto di un lavoro collettivo, di tante piccole formichine che trascinano il semino nel nido e poi lo condividono quando arriva il freddo e il gelo. L’immagine ci può tranquillizzare ma non è così.
La storia dell’arte fa dei progressi grazie a dei voraci formichieri che lasciano traccia del loro passaggio quando hanno fame, devastando quello che trovano sul loro passaggio. I più prodigiosi sono i formichieri giganti, paragonabili agli storici dell’arte conoscitori. In larga parte è grazie a loro se ogni tanto si aprono delle profonde voragini nella crosta del passato e saltano fuori personalità prima di allora sconosciute, come quelle di Jean Fouquet, Jean Hey, Josse Lieferinx. Ho citato questi pittori francesi perché Charles Sterling ha dato un contributo essenziale alla loro riscoperta e al grande conoscitore è stato finalmente dedicato uno studio monografico, a firma di Marie Tchernia-Blanchard: Dans l’œil d’un chasseur. Charles Sterling (1901-1991), historien de l’art (Les presses du réel, pp. 400, 30 euro).
"La storia dell’arte fa dei progressi grazie a dei voraci formichieri che lasciano traccia del loro passaggio quando hanno fame, devastando quello che trovano sul loro passaggio."
Il volume segue lo svolgimento della vita e della professione di Sterling, dalla nascita a Varsavia, agli studi parigini alla Sorbona, sotto la guida di Henri Focillon, fino all’ingresso al Louvre, dove avrebbe consumato la prima parte della sua stupefacente carriera. Il trasferimento negli Stati Uniti (Sterling era ebreo ed è stato costretto a lasciare la Francia), l’impiego al Metropolitan Museum di New York, il ritorno al Louvre e la curatela di alcune mostre memorabili.
A partire dal sesto capitolo viene messo a fuoco il suo ruolo nelle vesti di conoscitore. Sterling è definito: “un chasseur dans la nuit médiévale”. Effettivamente in molti casi si muove al buio e con pochissime tracce a disposizione, ma lui annusa l’aria, sente dei rumori e, quando abbassa di colpo la proboscide, tira fuori qualcosa di inaspettato: goodbye Maître de Moulins, benvenuto Jean Hey.