Storie di collezionisti

Attenzione a non perdere la testa.

di Simone Facchinetti

Ci sono molti tipi di collezionisti, come di antiquari. Ignoro se nasca prima l’uovo o la gallina. Ovvero se sia il collezionista a formare l’antiquario o viceversa. In fondo sono come dei vasi comunicanti ed è ovvio che si influenzino a vicenda. Alcuni collezionisti arrivano a un così alto grado di specializzazione che ne sanno più degli antiquari. D’altronde sappiamo che molti antiquari sono dei veri e propri collezionisti, quindi alle volte è piuttosto difficile fare delle separazioni nette tra queste due specie.

Ci sono storie curiose sul genere. Una, in particolare, mi ha sempre impressionato e potrebbe far da spunto per un racconto sulle strane patologie che circondano questo mondo. È la vicenda di un collezionista francese che all’inizio del Novecento aveva iniziato a raccogliere materiale relativo a Luigi XVI, il re ghigliottinato nel 1793. Non libri e documenti per conoscerne la storia ma oggetti direttamente appartenuti al re. Perfino una ciocca di capelli, tagliata dalla testa senza vita del monarca.

Il suo fanatismo era tale che era riuscito a comprare perfino la ghigliottina azionata la mattina del 21 gennaio dal boia Charles-Henri Sanson. Fin qui nulla di particolarmente inquietante se non fosse che il personaggio praticasse un rito piuttosto strambo. Il 21 gennaio di ogni anno, all’ora precisa dell’esecuzione (le 10 e 10), appoggiava la testa sul ceppo e pregava per l’anima del re. Finché un bel giorno i vicini di casa sentirono un rumore sinistro. La ghigliottina era stata azionata e il collezionista era rimasto senza testa.