È piuttosto raro trovare un catalogo che incarna perfettamente l’oggetto di studio che pretende di illustrare. Nel caso della mostra Meraviglia senza tempo. Pittura su pietra a Roma tra Cinquecento e Seicento (aperta fino al 29 gennaio presso la Galleria Borghese a Roma) la casa editrice Officina Libraria mi pare ci sia riuscita: la copertina simula la delicata levigatezza della pietra paesina, mentre il retro riproduce la superficie lucida e riflettente della lavagna.
All’interno si trovano raccolti, sotto la cura di Francesca Cappelletti e Patrizia Cavazzini, una serie di saggi sull’argomento, oltre alle schede delle opere che corrispondono alle otto sezioni della mostra. Il tema è in perfetta armonia con il gusto del mercato contemporaneo e, infatti, sono numerosi i prestiti provenienti da collezioni private che vanno a integrare il nucleo principale conservato nella straordinaria raccolta della Galleria Borghese (oltre a significativi prestiti ottenuti da musei italiani e stranieri).
"Si inizia con il cosiddetto Stipo Borghese-Windsor (prestato dal Getty Museum di Los Angeles), una sorta di spettacolare mobile in pietre dure che prende le forme della facciata monumentale di una chiesa, per continuare con oggetti che hanno alla base lo sfruttamento di materie preziose: dipinti, sculture (in cera, marmo, alabastro), tarsie ecc."
Si inizia con il cosiddetto Stipo Borghese-Windsor (prestato dal Getty Museum di Los Angeles), una sorta di spettacolare mobile in pietre dure che prende le forme della facciata monumentale di una chiesa, per continuare con oggetti che hanno alla base lo sfruttamento di materie preziose: dipinti, sculture (in cera, marmo, alabastro), tarsie ecc.
Il punto e a capo è determinato dal Ritratto di Clemente VII di Sebastiano del Piombo, l’inventore della nuova tecnica a olio su pietra, messa a punto entro il 1530. A quell’anno corrisponde una lettera di Vittore Soranzo a Pietro Bembo in cui si accenna all’esaltante scoperta messa a segno dal pittore veneziano: il “segreto di pingere in marmo a olio bellissimo”. L’invenzione depositata a Roma (peccato non esistessero ancora i brevetti!) avrebbe avuto un magnifico futuro, tramite Daniele da Volterra, Francesco Salviati, Leonardo Grazia, Francesco Bassano, Hans Rottenhammer e il Cavalier d’Arpino; solo per menzionare gli autori cinquecenteschi documentati in mostra.
"La moda non si ferma e prosegue senza freni nel corso del Seicento. A questo punto entrano in gioco i materiali, sempre più selezionati e preziosi: agata, alabastro, lapislazzuli, pietra rosa, pietra paesina, pietra di paragone, marmo del Belgio; e alcuni pittori che si specializzeranno nella materia: Orbetto, Ottino, Filippo Napoletano, Tempesta."
La moda non si ferma e prosegue senza freni nel corso del Seicento. A questo punto entrano in gioco i materiali, sempre più selezionati e preziosi: agata, alabastro, lapislazzuli, pietra rosa, pietra paesina, pietra di paragone, marmo del Belgio; e alcuni pittori che si specializzeranno nella materia: Orbetto, Ottino, Filippo Napoletano, Tempesta.
Una mostra da non perdere.