«Chi mme piglia pe’ frangesa chi mme piglia pe’ spagnola, ma so’ nata ‘o conte ‘e Mola e metto ‘a coppa a chi vogl’i», cantava la sciantosa Lilì Kangy, e così avrebbe potuto cantare, sotto la luce dei riflettori, anche il vescovo corrucciato (Sant’Ambroeus?) che giorni fa da Bonhams a Londra ha fatto parlare di sé (tra chi lo diceva francese e chi lo diceva spagnolo: lotto 46). Franza o Spagna purché se magna, era il detto, e la casa d’asta di Bond Street ha mangiato con quel quadro (£194.500 contro una stima di £10/15.000) e col San Sebastiano attribuito a Ribera (lotto 9), di cui molti scrutavano torcia e lente alla mano la firma, chiedendosi se fosse vera oppure falsa (ma dal prezzo di aggiudicazione si propenderebbe per la prima delle due: £218.500 contro una stima di £20/30.000).
Di quei due si è parlato a Londra, tra chi si picca di capirne di quadri antichi. Assai meno del mieloso Loth e le figlie di Rubens che pure ha raggiunto il prezzo più alto mai realizzato da un quadro antico presso Christie’s (£44.882,500), in una vendita il cui totale (£68.931,450) ha triplicato quello della storica rivale (£19.693,125) proprio grazie al prodigioso esito dell’anversese. Eppure, per strada e nelle hall degli alberghi, nessuno commentava la sua presunta «psychological complexity» (dal comunicato stampa emesso da King Street); ci si interrogava, piuttosto, sul vescovo misterioso e su quel giovane ossuto trafitto dalle frecce venduti, in confronto, a pochi soldi; e questo sopravvivere ostinato di curiosità attorno all’enigma attributivo scalda il nostro cuore.

14 Luglio 2016