Dopo un lungo restauro, al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano sarà esposta dal 15 febbraio la famosa “Tenda Rossa”. Per chi ricorda l’omonimo film (Красная палатка) diretto nel 1969 da Mikheil Kalatozishvili (con Claudia Cardinale, coi capelli a caschetto, e Sean Connery, con radi capelli bianchi), si tratta della tenda che servì da riparo per quarantotto giorni al generale del Genio della Regia Aeronautica Umberto Nobile (interpretato nella pellicola sovietico-italiana da Peter Finch) e ai suoi compagni sopravvissuti allo schianto del dirigibile Italia contro i ghiacci del Polo Nord, il 25 maggio 1928, in seguito ad una tempesta. “Rossa” perché, nel tentativo di renderla più facilmente individuabile all’avvistamento aereo sul pack, Nobile e i suoi la tinsero con dell’anilina rossa che, in volo, era adoperata per determinare la quota dell’aerostato. A questo punto sento già i borbottii in Redazione: ma non doveva scrivere di Modenantiquaria (dove faceva parte del Vetting)? Potrei rispondere, per volare alto (è il caso di dire, anche se poi, come la storia insegna, si rischia di finire rovinosamente), che ci sto girando attorno. Un po’ come fecero, per settimane, i soccorritori della nostra sfortunata spedizione artica, tra i quali il celebre esploratore norvegese Roald Amundsen (immortalato in pelliccia di renna, volto scavato e sguardo fisso verso un punto lontano, in uno scatto iconico del 1923) che, in quel tentativo, vi perse la vita. Anche se non tra i ghiacci, chi non vorrebbe potersi rifugiare dentro una tenda quando fuori imperversa la bufera?
La Tenda Rossa
Chi non vorrebbe potersi rifugiare dentro una tenda quando fuori imperversa la tempesta?
di Marco Riccòmini