In posa. L’arte e il linguaggio del corpo di Desmond Morris

Tutti conoscono il significato del gesto dell’ombrello. Anche quello del dito medio, suppongo. Ma cosa dire delle “fiche”, il pollice infilato tra l’indice e il medio? Oppure della mano a “doppio spacco”?

di Simone Facchinetti

Tutti conoscono il significato del gesto dell’ombrello. Anche quello del dito medio, suppongo. Ma cosa dire delle “fiche”, il pollice infilato tra l’indice e il medio? Oppure della mano a “doppio spacco”?

Il noto zoologo ed etologo britannico Desmond Morris ha appena dato alle stampe (Johan & Levi editore) un libro riccamente illustrato in cui ha classificato una serie di gesti e di pose, popolari e stravaganti, che accomunano i comportamenti umani, dalle origini a oggi. Devo confessare che mi sarei aspettato di più dall’autore della Scimmia nuda (1967) e dell’Uomo e i suoi gesti (1977). In ogni caso il libro è un buon punto di partenza. Non è un testo accademico, tutt’altro. Strizza l’occhio al lettore comune (esiste davvero?), lo rassicura con spiegazioni circostanziate, dimostrate da esempi visivi che spaziano dalla statuaria romana alla cultura pop. Forse la necessità di classificare troppi casi l’ha portato verso una noiosa generalizzazione. In mezzo, però, si trovano anche gemme preziose, come quando racconta della sua amicizia con Francis Bacon: “Alla sua morte, venni a sapere che nella sua stanza da letto aveva una copia di L’uomo e i suoi gesti […]. Aveva da poco realizzato il ritratto di un babbuino e, sapendo che io ero uno zoologo, mi chiese se ritenevo che fosse riuscito a cogliere bene il grido dell’animale. Io gli dissi di sì, ma mentivo. La creatura che Bacon aveva dipinto era tratta da una famosa fotografia di un babbuino che sbadiglia…”.