La bellezza del libro sta nella sua apparente semplicità. D’altronde non poteva essere diversamente: scritto da uno dei maggiori conoscitori del XX secolo, frutto dell’esperienza di un’intera carriera, vissuta a esercitare il mestiere del conoscitore d’arte, in particolare della pittura fiamminga dei secoli XV e XVI. La cosa più difficile è trovarlo, uscito in edizione italiana nel 1955 (Einaudi) e nel 1995 (TEA), è un libro che si legge, tutto d’un fiato, in circa 5 ore. Quando si è assimilato può creare dipendenza. Periodicamente vi capiterà di riprenderlo in mano, cercare un passo, una riflessione, un’intuizione: il libro ne è pieno. Ve ne propongo solo una, scelta quasi a caso: “non posso fare a meno di giudicare secondo il mio tempo. […] Ognuno comincia con l’intendere e godere l’arte del suo tempo. Almeno, questo è il principio sano, normale e naturale. Il nostro ossequio alla fama riesce poi a farci comprendere gli antichi maestri. Più d’un collezionista s’è avvicinato a tappe all’arte primitiva. Così il Thiem, un sottile e originale amatore, a quarant’anni comprava quadri di Menzel e Daubigny, a sessanta acquistava van Dyck, verso i settanta Memling e Bouts. […] Il confronto fra i prezzi delle aste ci offre un insegnamento drastico sul mutare del gusto. Nel 1850, quando fu messa all’asta l’eredità del re Guglielmo II, così importante per il patrimonio artistico olandese, risultarono questi prezzi: Jan van Eyck, Madonna di Lucca, fiorini 3000; Koekkoek, fiorini 3500; un Koekkoek valeva più della Madonna di Lucca di van Eyck”. Koekkoek chi?
I sempreverdi
Il conoscitore d’arte di Max J. Friedländer
di Simone Facchinetti