Guido Donatone, studioso, collezionista e grande conoscitore

Il suo inestimabile contributo alla storia della ceramica ha aperto la strada alle future generazioni di ricercatori e collezionisti.

di Nicolò James Montanari

  “Dov’è sparito, dove s’è nascosto il sapiente?
   Costantino Kavafis, Se pure è morto

Domenica 5 luglio il mondo della ceramica e delle arti decorative ha perduto uno dei suoi migliori e appassionati rappresentanti: Guido Donatone, studioso, collezionista e grande conoscitore. Donatone è stato uno studioso instancabile e prolifico senza il quale nulla o quasi si saprebbe della variegata e originalissima produzione ceramica dell’Italia Meridionale dal XV al XIX secolo. Il suo inestimabile contributo alla storia della ceramica ha aperto la strada alle future generazioni di ricercatori e collezionisti che vorranno avvicinarsi alla produzione artistica del regno di Napoli. Di primaria importanza furono sicuramente gli esordi sotto l’egida di Raffello Causa, Roberto Pane e Gino Doria in casa dell’editore Ricciardi. Gli esimi studiosi lo incoraggiarono ad approfondire le sue ricerche sulla ceramica rinascimentale a Napoli durante la dominazione aragonese. Queste ricerche permisero alla capitale partenopea di riappropriarsi di un patrimonio culturale a lungo trascurato e che veniva puntualmente attribuito a manifatture faentine e toscane.

Le scoperte e gli approfondimenti scientifici di Donatone, lungo più di quarant’anni di attività, vanno dalle maioliche napoletane di periodo aragonese a quelle di Laterza, dalle raffinatissime farmacie barocche commissionate dagli ordini religiosi alla terraglia napoletana fin anche alla produzione più popolare.

Oggi, in un’epoca nuovamente ossessionata dalle attribuzioni, dai nomi e dalle etichette da apporre a qualunque opera od oggetto d’arte, le scoperte di Donatone basate non solo sull’occhio del conoscitore ma anche sulla ricerca d’archivio hanno fatto luce addirittura su interi centri di produzione. L’esempio di Donatone, il suo desiderio di indagare, di documentare e divulgare dovrebbe essere preso a modello soprattutto in un mondo come quello della storia della ceramica dove certe convenzioni tipiche della storia delle arti decorative si rivelano delle mere semplificazioni rispetto alla caleidoscopica varietà e ricchezza delle manifatture di corte (e non solo) presenti nel regno di Napoli, come ci hanno insegnato le sue pubblicazioni che rimangono dei veri e propri punti di riferimento.

Le orme del padre sono oggi seguite dal figlio Lanfranco a cui va insieme a tutta la famiglia Donatone un abbraccio collettivo da parte di tutti gli antiquari italiani.