Giorgio ha ereditato il mestiere del padre Graziano che, a sua volta, raccolse il testimone dal nonno Cecilio Gallo. Tre generazioni di antiquari nel senso tradizionale del termine, seppure già Graziano aveva scelto di concentrare la sua attenzione sugli Old Masters, mentre ora Giorgio sembra destinato a diventare tra i mercanti di punta della scultura antica, e non solo italiana (come si vede dalla terracotta fiamminga che ha scelto di illustrare qui). Sebbene ‘l’ultimo dei Gallo’ operi a Milano dal 2011, Giorgio non nasconde le sue radici venete e, quando gli si chiede di ricordare un’opera cui sia rimasto affezionato sceglie un bozzetto in terracotta per quell’Allegoria dell’Inverno in marmo bianco che si conserva, non a caso, all’Orto Botanico di Padova (sua terra d’origine), dal quale non si è mai voluto separare e che custodisce gelosamente nella sua piccola collezione personale. Ma se il Veneto è nel cuore, l’intero globo è quello a cui la Gallo Fine Art oramai si rivolge, e uno sguardo alla loro galleria milanese a Palazzo Olivazzi Trivulzio lascia ben intendere quanto geograficamente e cronologicamente vasto sia l’arco dei loro interessi antiquariali. Dopotutto, nello spazio di una sola generazione il mondo si è allargato, e se per Graziano le mostre di Palazzo Grassi a Venezia o il Gotha di Parma erano un punto di arrivo, oggi per Giorgio lo è il Tefaf di Maastricht, dove è approdato nel 2017. Perché oggi più che mai occorre guardarsi attorno a 360°, proprio come si fa con la scultura. Dopotutto, è un terreno che resta ancora in gran parte da indagare, come dire, a ‘tutto tondo’.
Graziano e Giorgio Gallo
Il Veneto nel cuore
di Marco Riccòmini