La spina verde accende Palazzo Corsini

La XXIV edizione rinnova l'affascinante rituale della più classica mostra di antiquariato

Abbiamo chiesto al Professor Antonio Paolucci, Soprintendente al Polo Museale Fiorentino, l'autorizzazione alla pubblicazione nella nostra pagina del Giornale dell'Arte la Sua prefazione al catalogo della XXIV Biennale Internazionale dell'Antiquariato di Palazzo Corsini a Firenze.

Quest'anno la XXIV Biennale dell'Antiquariato aprirà in contemporanea ad eventi espositivi e museografici di speciale importanza promossi e organizzati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Agli inizi di Ottobre nel Museo degli Argenti di Palazzo Pitti inaugureremo una mostra raffinata e seducente che sembra fatta apposta per far dimenticare questi nostri tempi calamitosi di recessione economica e di internazionali paure. Si chiama – la mostra – «Erotica e Mitologica» e attraverso una squisita selezione di capolavori provenienti dai musei di mezzo mondo, parlerà di amori e di metamorfosi, di corteggiamento e di seduzione, di divini accoppiamenti e di romantiche interpretazioni dell'Antico; il tutto affidato a pitture, a sculture, a miniature, a cammei. Dagli affreschi pompeiani all'Ottocento neogotico e nazareno. In tema e in accordo con l'esposizione degli Argenti, nel percorso della Biennale in Palazzo Corsini, una piccola stanza segreta ospiterà un «cabinet d'amour» molto particolare. Sono i disegni erotici di Fussli già in deposito presso il nostro Gabinetto dei Disegni e Stampe degli Uffizi ed ora restituiti alla proprietà del Museo Horne. Ancora nei giorni dell'Antiquariato inaugureremo lo splendido e tanto atteso percorso museale Boboli – Forte Belvedere – Parco Bardini. E' un progetto che viene da lontano e al quale, stiamo lavorando da anni. E' la «spina verde» di Firenze che pochi conoscono e che pochissimi hanno attraversato nella sua interezza. Si entra in Pitti dal Cortile dell'Ammannati, da li in Boboli fra labirinti di alloro, statue e fontane, poi si procede fino al Belvedere, la stellata fortezza che il Buontalenti progettò per il suo signore perché i cannoni del granduca vigilassero sui sudditi riottosi. Dopo una sosta necessaria per contemplare Firenze dagli spalti del Belvedere ed è impossibile immaginare un affaccio più eccitante e più emozionante, la strada prosegue in discesa entrando nel parco che fu di Stefano Bardini, il grande antiquario che aveva in questa parte della città, fra Piazza de'Mozzi, via San Niccolò e le pendici del colle, la sua casa, la sua galleria, i suoi laboratori, il suo giardino. Arrivati nel parco Bardini, ci troviamo alle spalle di Boboli, sul versante del colle che guarda la città, fra folti di lecci e scalinate degradanti. Firenze ti viene incontro con la Torre di Arnolfo con il prospetto degli Uffizi, con la Cupola di Santa Maria del Fiore, cosi vicina e così bella – scriveva il Vasari- che le nuvole ne sono invidiose. Dà li, dalla Loggetta in stile rinascimentale dalla quale si contempla il ritratto di città più emozionante del mondo, Stefano Bardini stringeva con i suoi clienti stranieri i clamorosi affari di cui qualche giorno dopo avrebbero parlato, attoniti ed ammirati, i giornali d'Europa e d'America. Il Parco Bardini ormai in proprietà dello Stato dopo una vicenda politico-legale durata quarant'anni ed oggi dato in concessione all'Ente Cassa di Risparmio che ne ha finanziato il perfetto restauro, sarà parte integrante, dall'inizio del prossimo mese di ottobre – in concomitanza con l'inaugurazione della Biennale – della meravigliosa «strada verde» che ha inizio in Boboli. Se ho parlato di queste iniziative volute dalla mia Sovrintendenza e fatte coincide con l'inaugurazione della Biennale, è perché voglio rendere doveroso riconoscimento una giusta intuizione di Giovanni Pratesi. Fu lui, alcuni mesi or sono, a sottolinearmi, opportunità (ed anzi la necessità) di dare alla Biennale una adeguata cornice di festa della cultura fiorentina. Il mio amico Pratesi aveva ragione. La Biennale dell'Antiquariato è molto di più di un semplice appuntamento mercantile e mondano sia pure di illustre tradizione e di alto livello. La Biennale stringe in emblema la storia e la vocazione di Firenze; una città nella quale, da sempre, il denaro cerca l'opera d'arte e le opere d'arte selezionate dagli antiquari e amate dai collezionisti, diventano museo. Non ci sarebbero oggi gli Uffizi e il Bargello, i tesori di Palazzo Pitti, le case museo di Stibbert e di Horne, di Berenson e di Acton, il giardino di Stefano Bardini e il Palazzo-Galleria di Elia Volpi, senza quella meravigliosa perversione che si è soliti chiamare collezionismo, senza quell'affascinante mestiere che consente l'incontro dei denaro con la bellezza. Era giusto quindi che l'Amministrazione dei Beni Culturali accogliesse la Biennale in maniera adeguata, festeggiandola con iniziative inusuali e importanti. E' il nostro modo di affermare la contiguità ed anzi la interdipendenza del collezionismo con il Museo e di questa città con il mercato internazionale delle arti.