Dopo l’apertura sull’argomento con le opinioni di Cristina Acidini e Fabrizio Lemme, continuiamo la nostra indagine sulla pubblicazione delle opere notificate limitatamente al periodo post-bellico fino ai nostri giorni. Siamo lieti di ospitare il nuovo Direttore Generale Mario Lolli Ghetti a cui rivolgiamo le seguenti domande.
1. Cosa pensa della proposta?
La Direzione generale, insieme agli istituti preposti (ICCD e ISCR), è regolarmente impegnata nell’attività di conoscenza dei beni culturali, del loro stato conservativo e del loro status giuridico.
Prova ne siano i progetti di catalogazione che insistono sull’interoperabilità dei sistemi informativi del MiBAC, finalizzati a ottimizzare l’utilizzo condiviso delle banche dati.
L’ipotesi di un catalogo di opere vincolate di proprietà privata è in linea con questa politica di tutela e dunque ci trova pienamente d’accordo. Inoltre gli Uffici vincoli di ogni Soprintendenza e le Direzioni regionali sono già in possesso dei decreti di vincolo emessi a favore dei privati proprietari. Sarebbe sufficiente procedere alla ricognizione e alla sistematizzazione dei dati.
2. Ritiene Lei che questa pubblicazione sia un reale strumento di aiuto per gli studi?
Prima di “studiare” un bene è necessario conoscerlo. Questo strumento sarebbe utile a far emergere un patrimonio sconosciuto non solo, a volte, agli amministratori della tutela ma anche agli studiosi.
E’ bene precisare che la conoscenza non è l’anticamera del vincolo, come dimostra la bassa percentuale di notifiche effettuate dagli uffici territoriali negli ultimi anni e le verifiche negative che hanno permesso anche la vendita di molti beni.
3. E’ disponibile a pubblicare le opere notificate dalla Soprintendenza fiorentina?
Bisogna capire cosa si intende per ”pubblicazione”. E’ di oggi (15.04.2010) la notizia che è disponibile su iPad l’applicazione “Uffizi”, cioè uno strumento di conoscenza sofisticato, fruibile nel modo più diretto e tecnologico. Penso che un registro di beni di proprietari privati debba invece garantire la giusta sicurezza dei dati per impedire che chiunque possa accedere ai dati sensibili. E’ giusto invece che i soggetti interessati agli effetti di un procedimento di vincolo siano informati, così come prevede la normativa.
4. Prerogativa essenziale è la integrale pubblicazione di tutte le opere notificate senza preventive censure, per avere una verifica degli orientamenti e dei condizionamenti del gusto.
Non parlerei di censure, perché questo non riguarda la nostra attività, quanto di necessarie cautele a salvaguardia degli interessi del privato. Interessi che riguardano la privacy della persona e del suo patrimonio. Non è un caso che l’ICCD, d’intesa con il Comando Carabinieri tutela patrimonio culturale, abbia messo a punto una scheda denominata “eventi” da redigere in caso di furto.
Quanto all’importanza dello strumento come indicatore del “gusto” di un’epoca, e quindi in senso lato di un fenomeno storico-culturale, direi che può essere un contributo agli studi ma nulla di più.
5. E’ disponibile in caso di evidenti contraddizioni col corso degli studi a proporre la denotifica delle opere, anche nel caso di applicazione della norma su opere irrilevanti?
La valutazione dell’interesse culturale spetta ai tecnici dell’Amministrazione che sono sempre molto puntuali nell’esercizio del loro mandato. Dunque mi sembra difficile che opere “irrilevanti” possano essere state oggetto di notifica. In ogni caso il legislatore, all’articolo 128 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, ha previsto che a fronte di elementi nuovi sopraggiunti nella valutazione dell’interesse culturale di un bene, il vincolo possa essere rivalutato.
Credo possa essere utile riportare testualmente le parole del Codice, In presenza di elementi di fatto sopravvenuti ovvero precedentemente non conosciuti o non valutati, che di fatto autorizzano a verificare, sulla base di questi nuovi elementi e anche su richiesta del proprietario, la sussistenza dei presupposti per la tutela.
6. Nell’ipotesi che questa iniziativa le paia proponibile, in che modo dar corpo concretamente a questa iniziativa?
La revisione di un vincolo è questione delicata che richiede indagini approfondite dagli esiti inequivocabili. A fronte di ciò l’Amministrazione ha la facoltà di procedere come ha fatto anche di recente.
Con questa intervista riteniamo che le opinioni raccolte posso essere sufficienti per inoltrare la proposta al Ministro che dovrà decidere sulle modalità di attuazione di questa iniziativa che potrà contribuire, se posta in atto, ad una chiarezza dello stato reale delle opere sottoposte a vincolo con l’enorme prerogativa di far conoscere questo patrimonio d’arte per lo più sommerso e ignoto al mondo degli studi.