Perfetto termometro degli umori, delle sensibilità e dei capricci che riserva ogni anno il mercato internazionale, TEFAF (The European Art Fair), la sorprendente fiera che si apre questo mese a Maastricht, ha negli ultimi anni aumentato in misura considerevole la propria forza di attrazione nei confronti del nostro Paese. Poco meno di una ventina gli espositori italiani, ai quali vanno aggiunti i colleghi di base all’estero, i collezionisti, gli storici dell’arte, i direttori di museo, gli appassionati e i curiosi che dall’Italia si dirigono verso la capitale del Limburgo olandese, una ingente percentuale del crescente numero di visitatori che affollano la fiera (nel 2013 70mila in dieci giorni, dei quali 10mila solo il giorno dell’apertura). Nessuno sembra voler mancare a questo appuntamento, più ancora di quanto accade nelle capitali in occasione delle più importanti sessioni d’asta. Grande pittura, antichità, arredi, gioielli, libri, persino armi e armature: dovunque a Maastricht è possibile ripercorrere le tracce della grande tradizione artistica italiana, ricercata e conosciuta da un pubblico sempre più vasto. L’alta qualità delle opere esposte, il contesto internazionale di libero scambio sono da anni la combinazione vincente di questo tempio del collezionismo; l’aumento di espositori italiani presenti a TEFAF è d’altra parte un segnale positivo delle energie profuse da tanti professionisti nel promuovere la cultura italiana. Lo stesso, apparentemente miracoloso successo che la recente Biennale di Firenze ha dimostrato per consensi e livello delle opere proposte, nonostante gli enormi problemi legislativi e burocratici che chi opera in questo campo deve affrontare in Italia, rende davvero improcrastinabile un rilancio d’interesse e di confronto con le Istituzioni. La diagnosi impietosa di Giuseppe Calabi e Lorenzo Grassano, pubblicata il mese scorso su queste pagine, non concede attenuanti al legislatore….”Il nostro Paese, pur vantando il più ricco patrimonio culturale al mondo, intercetta solo l’1 % delle compravendite internazionali […] Il mercato mondiale dell’arte non sembra essersi accorto della crisi economica e pertanto non si possono ragionevolmente ricondurre i risultati deludenti del mercato italiano al ciclo economico negativo: malgrado ciò, le case d’asta, le gallerie e i mercanti incontrano notevoli ostacoli nel collocare opere sul mercato. La ragione della scarsa competitività dei nostri operatori è da ricercarsi principalmente nell’assetto fiscale e regolatorio italiano”. E negli incomprensibili rigori sull’esportazione di opere non determinanti per il nostro patrimonio storico artistico, come l’emblematico diniego all’attestato di libera circolazione di un’opera giovanile di Dalì (!) o la tragicomica vicenda giudiziaria che vede protagonista una commode del ‘700 opera dell’ebanista Gaudreau, arrivata in Italia dall’Egitto negli anni ’60……La coincidenza della prossima Biennale con l’Expo 2015 dovrà quindi diventare occasione irrinunciabile per la valorizzazione di tante professionalità e saperi del mercato artistico italiano, di energie spese in restauri e donazioni, negli studi che in tutti questi anni hanno contribuito all’avanzamento delle conoscenze storico artistiche. Il segreto di TEFAF come stimolo necessario per contribuire a promuovere il mercato dell’arte in Italia.
Il segreto di Maastricht
L’opportunità di un rilancio del mercato d’arte antica in Italia