Gio Ponti e la Richard-Ginori: una corrispondenza inedita.

Gio Ponti e la Richard-Ginori tornano alla Villa Reale di Monza, grazie alla collaborazione con il Museo del Design della Triennale di Milano.

di Livia FrescobalMalenchini e Oliva Rucellai

L’associazione Amici di Doccia, fondata da John Winter nel luglio del 2003 con sede a Firenze, è un’associazione culturale senza fine di lucro che nasce dal desiderio di vari appassionati, studiosi, accademici e collezionisti di creare un centro di ricerca sull’antica porcellana della Manifattura di Doccia, un punto di incontro per approfondirne gli studi e promuoverne la conoscenza in Italia e all’estero, tramite esposizioni, mostre, incontri e scambi culturali tra musei ed associazioni affini.

La mostra Gio Ponti e la Richard-Ginori: una corrispondenza inedita è la recente iniziativa dell’associazione, allestita dal 12 aprile al 7 giugno 2015 nel meraviglioso spazio del Belvedere nella Villa Reale di Monza, da poco restaurato.

Gio Ponti e la Richard-Ginori tornano alla Villa Reale di Monza, grazie alla collaborazione con il Museo del Design della Triennale di Milano: una selezione di circa cinquanta opere, tra le meno note, e una trentina di lettere autografe del famoso designer provenienti esclusivamente dalla straordinaria collezione del Museo Richard-Ginori della Manifattura di Doccia a Sesto Fiorentino (Firenze). Un’occasione da non perdere, perché il Museo è chiuso al pubblico dal maggio del 2014. Per questo l’Associazione Amici di Doccia ha pensato di portare la mostra (già allestita a Firenze al Museo Marino Marini nel 2014 grazie a Ente Cassa di Risparmio di Firenze), nella prestigiosa sede monzese in concomitanza con Expo 2015.

L’iniziativa ha il duplice intento di presentare ad un vasto pubblico uno dei primi casi italiani di produzione artistica industriale e di promuovere il patrimonio, di assoluto rilievo internazionale, che il Museo di Doccia contiene ma non può al momento mostrare perchè in liquidazione in seguito al fallimento della precedente proprietà. Sebbene non vi sia il rischio di dispersione poiché l’integrità delle raccolte è tutelata dal vincolo del Ministero dei Beni Culturali, ogni attività è interrotta e l’edificio non è accessibile. E’ anche per denunciare questa grave situazione che il Triennale Design Museum, da anni attento ai numerosi giacimenti di design diffusi sul territorio nazionale, ha scelto di inaugurare il suo spazio mostre nel Belvedere della Villa Reale proprio con le ceramiche di Gio Ponti, veri gioielli di uno dei musei d’impresa più antichi del mondo. 
La scelta di Monza non è casuale: fu alla Villa Reale, sede delle Biennali Internazionali di Arti decorative dal 1923 al 1930, che il talento di Gio Ponti si rivelò al pubblico.


La mostra si sviluppa attraverso un percorso tematico suddiviso in cinque argomenti: dall’idea al prodotto, le committenze speciali, i collaboratori, le mostre e la comunicazione.


La collaborazione con Richard-Ginori è di fatto l’esordio e il primo grande successo della sua carriera, che lo vide coinvolto non in veste di architetto ma di direttore artistico. Alla Biennale del 1923 il giovane Ponti propose per la prima volta le sue creazioni e subito raccolse il plauso dei critici, come Antonio Maraini, che commentando la mostra scrisse: “[…] in nessuno troveremo l’unità stilistica raggiunta sotto l’indirizzo di Ponti dalla Richard-Ginori. E rilevo il fatto per attirare l’attenzione degli industriali grandi o piccini sull’utilità di assicurarsi quella capacità di direzione artistica che sola può, quando sia intelligente, caratterizzare in modo definitivo una determinata produzione” (Le opere all’Esposizione di Monza, in “La Tribuna”, 20 giugno 1923, p. 3).
L’idea della mostra nasce dal progetto editoriale dell’Associazione Amici di Doccia dedicato al catalogo completo delle opere di Gio Ponti al Museo di Doccia (in corso di stampa). Il volume prende le mosse dal lavoro di ricerca sulle fonti iconografiche, svolto da Maria Teresa Giovannini in occasione della sua tesi di laurea nel 2007, e ha l’obiettivo di dare al corpus delle ceramiche di Gio Ponti un preciso ordinamento cronologico, ad oggi mancante, fondato sullo spoglio del carteggio e di tutta la documentazione conservata nell’archivio del Museo.
La mostra si sviluppa attraverso un percorso tematico suddiviso in cinque argomenti: dall’idea al prodotto, le committenze speciali, i collaboratori, le mostre e la comunicazione.

L’epistolario, vero protagonista dell’esposizione monzese, rappresenta una fonte preziosa per indagare sul metodo di Gio Ponti e sul suo rapporto con la Richard-Ginori. Sfogliando queste lettere di lavoro, spontanee e spesso febbrili, emergono chiaramente la sua personalità e il divenire della professione di designer che in quegli anni si andava sviluppando anche grazie al contributo di Ponti. Le opere presentate evidenziano il percorso, a volte tutt’altro che lineare, che dall’idea conduce al prodotto stesso, affiancando il disegno o lo schizzo originale all’oggetto poi effettivamente realizzato a Doccia. Una passione, quella per il disegno e per la pittura, che aveva portato Ponti spesso a definirsi “un architetto fallito ed un pittore mancato”.

Un sincero ringraziamento va a Fondazione Cariplo, Intesa Sanpaolo Private Banking e Frette che con sensibilità hanno sostenuto l’iniziativa.


Gio Ponti e la Richard-Ginori: una corrispondenza inedita, A cura di Livia Frescobaldi Malenchini e Oliva Rucellai, Corraini Edizioni.

Villa Reale di Monza, viale Brianza 1, Monza. Da Martedì a Domenica 10.00 – 19.00, Venerdì 10.00 – 22.00, la biglietteria chiude un’ora prima.