FAT BOY

I riflettori erano per quell’atleta, Fat Boy (Slim), che da una stima di £3/5 milioni sarebbe salito a chissà quale prezzo, eroe del nuovo Course of Empire.

di Marco Riccòmini

In questi giorni di mondiale di calcio, è stato come guardare un match in tv senza sonoro, tutti un po’ distratti, lo sguardo altrove. Alla fine la partita è andata alla Sotheby’s, che tra Day ed Evening Sale ha portato a casa poco più di £47 milioni (contro i £35 e rotti della rivale), anche se entrambe hanno segnato un goal a testa: £5 milioni per il Pourtrait d’vn gentilhome de Venise di Rubens, quanti quelli che sono stati messi sul piatto per aggiudicarsi da Christie’s il Ritratto di Carlo Alberto Rati Opizzoni di Ludovico Carracci.

Ma i sussurri e le grida erano altrove: erano sul candido Bust of Peace di Antonio Canova (£5,303,500). Sulla lotta in bronzo, messa in scena senza quartiere a King Street, tra Ercole e Acheloo del fiorentino Tacca (£6,758,750). E soprattutto sulla pelle traslucida e tornita del Marte in bronzo di Giambologna, che lo scultore francese donò all’Elettore Cristiano I di Sassonia. Anche se quest'ultimo è stato costretto a fare i bagagli per tornare a casa senza avere il tempo di indossare i calzoncini e scendere in campo, il Dresden Mars di Jehan Boulogne aveva addosso gli occhi di tutto lo stadio. I riflettori erano per quell’atleta, un Fat Boy (Slim) per gli standard androgini di oggi, che da una stima di £3/5 milioni sarebbe salito a chissà quale prezzo (certo mai quanto quello pattuito dalla Juve per CR7), eroe del nuovo Course of Empire, per usare il titolo della mostra di Ed Ruscha, in questi giorni alla National Gallery di Londra.