Ebony and ivory live together in perfect harmony, Side by side on my piano keyboard, oh Lord, why don't we? («Ebano e avorio vivono insieme in perfetta armonia, fianco a fianco sulla tastiera del mio piano, o Signore, perché noi no?»), duettava Paul McCartney con Stevie Wonder nella hit del 1982 contenuta nell’album Tug of War («Tiro alla fune»). Se lo devono essere chiesti anche i curatori del berlinese Ethnologisches Museum che, col pretesto dell’imminente trasloco nel nuovo Humboldt Forum, hanno proposto un inedito match tra la loro arte africana e quella europea scelta dalle raccolte del Bode-Museum e del Museum für Byzantinische Kunst: Beyond Compare: Art from Africa in the Bode Museum (Bode-Museum, fino al 24 novembre).
Riusciti sono gli accostamenti tra una scultura africana e una scelta dalla collezione permanente del museo che porta il nome del celebre storico dell’arte Wilhelm von Bode (1845 – 1929). Immagino la sorpresa dell’ignaro visitatore che, di fronte al volto alabastrino di Marietta Strozzi, si trovi ‘invitato’ al confronto con l’Iyoba in rame nero che gli sta accanto, fusa nel reame del Benin pressappoco allo stesso tempo in cui Desiderio da Settignano scalpellava il ritratto della più bella fanciulla di Firenze. Come lascia intendere il titolo (Unvergleichlich, «non confrontabile», sbarrato da due pennellate incrociate), la mostra suggerisce solo paralleli tra opere di culture lontane. Un invito a guardare a ‘The Others’ (dal nome di una delle sezioni), superando le nostre naturali diffidenze; dopotutto, people are the same wherever you go.