Dalla finestra vedeva Raffaello

Il 25 marzo di un anno fa, a 88 anni ci lasciava Andrea Emiliani, storico dell’arte, grande Soprintendente, vero servitore dello Stato.

di Leonardo Piccinini

 

Il 25 marzo di un anno fa, a 88 anni ci lasciava Andrea Emiliani, storico dell’arte, grande Soprintendente, vero servitore dello Stato. Per celebrarne la memoria, sul sito dell’Istituto Regionale per i Beni Culturali (IBC), ideato e fondato proprio da Emiliani negli anni ’70, è disponibile una sezione speciale di approfondimento con materiali bibliografici, fotografici e video.

Nel 2016 l’Associazione Antiquari d’Italia, in occasione della XXIX Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze, presentò una nuova edizione, sostenuta dall’AAI, del fondamentale Leggi, bandi e provvedimenti per la tutela dei beni artistici e culturali negli antichi Stati italiani 1571-1860. Un testo, quello di Andrea Emiliani, imprescindibile per la storia della tutela. E proprio della tutela del patrimonio storico artistico Emiliani fu uno dei maggiori protagonisti, nel cinquantennio di Soprintendenza dal mitico ufficio/studio/abitazione di via Belle Arti 56 a Bologna.


"Nel 2016 l’Associazione Antiquari d’Italia, in occasione della XXIX Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze, presentò una nuova edizione, sostenuta dall’AAI, del fondamentale Leggi, bandi e provvedimenti per la tutela dei beni artistici e culturali negli antichi Stati italiani 1571-1860."


Ho appena terminato di leggere un libro sincero, commovente e che tanto racconta del Novecento italiano. Dalla finestra vedeva Raffaello. Andrea Emiliani, una vita per il Bel Paese (Carta Bianca Editore) di Vittorio Emiliani, grande giornalista, già direttore del Messaggero, non è solo la biografia dell’illustre fratello, ma la descrizione di un ambiente culturale profondamente impegnato. Il titolo, così poetico, fa riferimento a uno dei grandi amori di Emiliani, quel Raffaello artista (la Santa Cecilia, uno tra i tanti restauri da lui diretti) e primo difensore del patrimonio nella celebre lettera a Leone X (ora alle Scuderie del Quirinale, in attesa di riapertura…), con il quale già da bambino aveva confidenza, abitando nella piazza del Palazzo Ducale di Urbino al centro della quale si trovava allora (foto) il pesante monumento dedicato all’artista da Luigi Belli (trasferito nel 1947 sui colli).

A Bologna (vastissima Soprintendenza, comprendente Ferrara e la Romagna) tanti saranno i restauri, le pionieristiche campagne di studio, le grandi mostre: a cui si affianca un’appassionata difesa del patrimonio, come insegna il caso del vincolo sul complesso di San Domenico a Forlì, salvato da uno sciagurato progetto dell’amministrazione comunale (anni ’80). Lavoratore instancabile, grande intellettuale, spiccato sense of humour: “Andrea acquista per conto dello Stato il faentino Palazzo Milzetti [capolavoro del neoclassico europeo, con le celebri decorazioni di Felice Giani] per alcune decine di milioni [lire], ottanta in tutto, se ben ricordo. “Potevo comprarlo per me”, commenta sorridendo”.