Calma e gesso

Diciotto giovani artisti a confronto coi calchi dall’antico e i «concetti di riproduzione, variazione, serialità, scala e omaggio», dalle tecniche tradizionali alla stampa 3D

di Marco Riccòmini

Sembra che il detto origini dal tavolo verde, non quello sul quale si gioca a dadi, a carte o alla roulette (da cui l’equazione di ‘tavolo verde’ con ‘gioco d’azzardo’), bensì quello, egualmente verde, d’un biliardo. Perché, prima d’un colpo difficile, il giocatore si prende con ‘calma’ il tempo di ragionare su come tirare, strofinando col ‘gesso’ la punta della stecca. È quindi un invito alla prudenza, a evitare decisioni affrettate. Come si potrebbe raccomandare, ad esempio, a un giovane che scalpiti per fare, senza darsi prima il tempo di pensare (come il Paul Newman nei panni di Eddy Lo svelto nel film The Hustler). E come ancora raccomandano agli allievi le accademie di Belle Arti, da Parigi a Lisbona, come mostra l’esposizione Esculturas Infinitas. Do Gesso ao Digital (‘Sculture infinite. Dal gesso al digitale’) al Museu Calouste Gulbenkian di Lisbona. Diciotto giovani artisti a confronto coi calchi dall’antico e i «concetti di riproduzione, variazione, serialità, scala e omaggio», dalle tecniche tradizionali alla stampa 3D. Per ricordarci, per dire, che un bronzo non è mai un’opera a sé stante, quanto piuttosto lo stadio di un processo di ‘moltiplicazione’ che, da un modello in cera, passando per un calco in gesso, porta alla fusione in metallo, che può venire replicata un numero quasi infinito di volte, da cui il titolo Esculturas Infinitas. Vi chiederete, a questo punto, che valore attribuire a un’opera che può essere stata replicata un numero imprecisato di volte. ‘Calma’, nessun panico: dipende solo da quanto è stato ‘strofinato’ il suo ‘gesso’.