Vivace protagonista del "neoclassicismo" milanese, amico e collaboratore di Gio Ponti, e socio de Il Labirinto – insieme, tra gli altri, allo stesso Ponti e a Paolo Venini – Tomaso Buzzi (1900-1981) tra il 1932 e il 1933 instaura una fruttuosa collaborazione con la vetreria muranese, alla quale si rivolge episodicamente anche negli anni successivi. Il volume ricostruisce l'intera opera vetraria dell'architetto, che risultava fino ad oggi piuttosto lacunosa e di cui erano noti solo alcuni esemplari. Grazie ad un'accurata ricerca documentaria, si è messo in luce il contesto nel quale egli si è trovato ad operare ed è stato evidenziato il suo originale apporto creativo tanto nelle forme dei modelli quanto nella loro significativa tecnica di realizzazione. Egli infatti propose ogetti spesso ispirati all'arte antica e ideò un tipo di vetro opaco a più strati di colore, rifinito da foglia d'oro, che a seconda della tonalità diede vita ai vetri laguna, alba, alga e tramonto. Il catalogo presenta una rassegna di oltre trecento modelli che spazia dai vasi agli apparecchi per l'illuminazione prodotti dalla vetreria, ma comprende anche i progetti di Buzzi eseguiti per specifiche commitenze e le proposte non realizzate.
Il lavoro dell'architetto è documentato da un ricco apparato di foto storiche, ma soprattutto di disegni inediti provenienti dall'archivio storico Venini, e da quelli, altrettanto inediti, conservati presso l'archivio Buzzi alla Scarzuola (Montegabbione), che raccontano una grande passione.
Tomaso Buzzi alla Venini
Vivace protagonista del "neoclassicismo" milanese, amico e collaboratore di Gio Ponti, e socio de Il Labirinto – insieme, tra gli altri, allo stesso Ponti e a Paolo Venini – Tomaso Buzzi (1900-1981) tra il 1932 e il 1933 instaura una fruttuosa collaborazione con la vetreria muranese, alla quale si rivolge episodicamente anche negli anni successivi. […]