Storie di Palazzo Corsini. Protagonisti e vicende nell’Ottocento.

Roma, Campisano, 2016. Cm. 21×15, pagg. 267, figg. 101 in nero e tavv. 18 a colori f.t., brossura. Questo volume è il frutto di una giornata di studi dedicata interamente all’Ottocento tenutasi a Palazzo Corsini nell’aprile del 2015. Le pagine qui raccolte raccontano quindi una storia, anzi un insieme di storie diverse, alcune singolari, ericostruiscono […]

Roma, Campisano, 2016. Cm. 21×15, pagg. 267, figg. 101 in nero e tavv. 18 a colori f.t., brossura.

Questo volume è il frutto di una giornata di studi dedicata interamente all’Ottocento tenutasi a Palazzo Corsini nell’aprile del 2015. Le pagine qui raccolte raccontano quindi una storia, anzi un insieme di storie diverse, alcune singolari, ericostruiscono la vicenda di un luogo altrettanto singolare, dei personaggi che lo hanno vissuto, degli oggetti che lo hanno popolato, degli eventi di cui è stato teatro nell’arco di cento anni. Questo luogo è ovviamente Palazzo Corsini alla Lungara, oggi una delle sedi delle Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Roma e dell’Accademia dei Lincei, e a dar voce alle sue storie èun gruppo di studiosi che intrattengono da anni uno stretto, diuturno e personale rapporto con la Galleria e con il Palazzo, segno d’elezione ma anche di continuità. Rispetto alle notizie relative alle epoche più antiche, proprio l’Ottocento era rimasto maggiormente in ombra fino ad oggi, a dispetto della ricchezza di informazioni di cui possiamo disporre. È a questa immagine composita che si vuole restituire qualcosa della sua originaria vivacità. Come in un gioco di scatole cinesi, si è cercato di ricomporre il denso intreccio in cui compaiono di volta in volta il Palazzo e le sue stanze, la Galleria e la Biblioteca, la famiglia e gli ultimi protagonisti del ramo romano, gli ospiti di riguardo e i visitatori occasionali, gli impiegati e la servitù, ognuno con qualche storia particolare da raccontare, persino i più defilati, che pure, da dietro le quinte dell’anonimato, hanno lasciato una traccia talora non insignificante del loro passaggio in questo sontuoso scenario. E poi, naturalmente, le opere d’arte: a volte in primo piano, a volte sullo sfondo, contemplate o descritte, acquisite e vendute, ammirate o denigrate, studiate e copiate, gelosamente custodite o solo ricordate, amate e odiate, come capita sempre con gli oggetti d’affezione.