Milano, Officina Libraria, 2019. Cm. 24×17, pag. 303, ill. a col, br.
La fama dei Rondinini è indissolubilmente legata ad alcuni capolavori della storia dell’arte quali la Medusa oggi alla Glyptothek di Monaco o l’ultima fatica di Michelangelo, la Pietà, poi nota come «Rondanini», variante del cognome della famiglia romana, misteriosamente giunta in collezione e oggi conservata all’ospedale spagnolo del Castello Sforzesco di Milano.
Frutto di anni di ricerche e di un progetto condiviso tra le Università di Firenze e Salerno, il presente volume intende restituire la fisionomia, non solo fisica ma anche intellettuale, dei protagonisti di questa saga familiare che si dipana per oltre tre secoli. In questa lunga storia, che ebbe inizio a Roma tra la fine del Cinquecento e i primi anni del Seicento, spiccano le figure del fondatore Natale Rondinini seniore, del figlio Alessandro e della moglie Felice con la quale condivise l’intereasse per l’erudizione e per l’arte, commissionando opere a Claude Lorrain, Francesco Albani, Pieter van Laer, Gian Lorenzo Bernini e Alessandro Algardi. Le preziose memorie raccolte dai suoi avi furono gelosamente conservate e riallestite nel nuovo palazzo in via del Corso dal marchese Giuseppe, ultimo rampollo dei Rondinini che intrattenne rapporti con Winckelmann e Goethe, inserendosi con moderno approccio nell’ambito internazionale del Grand Tour.
23 Febbraio 2019