Passione Barocco. Collezione Ducrot.

Macerata, 2016. Cm. 28×24, pp. 224, tavv. e ill. a col. e in nero n. t., br. I quarantatré dipinti presentati in questo catalogo ragionato della collezione di pitture secentesche raccolte da Isabella e Vittorio Ducrot, vengono approfonditamente analizzati dalla studiosa Letizia Treves. Di ogni quadro, riprodotto con grande accuratezza, vengono ricostruiti i passaggi di […]

Macerata, 2016. Cm. 28×24, pp. 224, tavv. e ill. a col. e in nero n. t., br.

I quarantatré dipinti presentati in questo catalogo ragionato della collezione di pitture secentesche raccolte da Isabella e Vittorio Ducrot, vengono approfonditamente analizzati dalla studiosa Letizia Treves. Di ogni quadro, riprodotto con grande accuratezza, vengono ricostruiti i passaggi di collezione in collezione e si riassume il dibattito critico di cui è stato oggetto. Chiude ogni scheda una dettagliata bibliografia. La pubblicazione della collezione, finora pressoché sconosciuta ma ricchissima di opere di grandi maestri, rappresenta un evento per la storia dell’arte italiana e internazionale. Passione Barocco è l’espressione paradigmatica dell’essenza del collezionismo, in cui la microstoria s’intreccia alla Storia, la storia dell’arte si mescola alla storia del gusto, e le storie individuali si innervano in correnti artistiche. Lo stile conciso e penetrante delle schede redatte da Letizia Treves indaga un secolo di pittura, il Seicento italiano, con minimi sconfinamenti in Francia o Germania, un solo antecedente (Annibale Carracci) di fine Cinquecento e rare propaggini nel Settecento. Nella maggior parte dei casi, i soggetti sono di carattere religioso, non senza qualche concessione al mito e all’allegoria, e le firme sono o di artisti illustri – da Pietro da Cortona a Luca Giordano, da Carlo Dolci al Cavalier d’Arpino, da Artemisia a Lanfranco, da Cagnacci a Battistello Caracciolo – o di pittori tornati di recente alla ribalta, a cominciare da Giovanni Battista Beinaschi fino ad Andrea Vaccaro e Giuseppe Vermiglio. Dulcis in fundo, vero colpo da maestro messo a segno da Letizia Treves, l’individuazione di un inedito Simone Cantarini nella Testa di una giovane, sino a oggi priva di attribuzione. Ma Passione Barocco è anche e soprattutto «espressione di egocentrismo e vanità». Sentimenti che, a dire di Vittorio Ducrot, istigano al collezionismo, e non si può certo dargli torto, visto che la raccolta di pitture esposta e analizzata nel volume è la sua. Frutto per l’appunto di una passione viva e profonda – condivisa anche dalla consorte Isabella – e messa a nudo in pagine introduttive che rivelano l’estro e il piglio del memorialista vero, quello che attraverso le proprie vicende, narrate senza inutili reticenze, impartisce al lettore un’universale lezione di vita. Gli autorevoli interventi a firma di Luciano Arcangeli e Claudio Strinati offrono, a chiudere il sostanzioso volume, uno sguardo «dall’esterno» – e dunque spassionato – sulla Collezione Ducrot.