Opere d’arte prese in Italia nel corso della campagna napoleonica 1796-1814 e riprese da Antonio Canova nel 1815.

Faenza, Cartabianca editore, 2018. Cm. 24×32, pag. 343, fig. in nero, br. Testo bilingue in Italiano e Francese Nel 1996 Mlle Gilberte Emile-Male già Direttore del Gabinetto di Restauro del Louvre, dona all'allora presidente dell'Accademia Clementina di Bologna, Andrea Emiliani, un importante lavoro di ricerca e di compilazione del prezioso Inventario-Catalogo delle Opere d'arte prelevate […]

Faenza, Cartabianca editore, 2018. Cm. 24×32, pag. 343, fig. in nero, br. Testo bilingue in Italiano e Francese

Nel 1996 Mlle Gilberte Emile-Male già Direttore del Gabinetto di Restauro del Louvre, dona all'allora presidente dell'Accademia Clementina di Bologna, Andrea Emiliani, un importante lavoro di ricerca e di compilazione del prezioso Inventario-Catalogo delle Opere d'arte prelevate in Italia tra il 1796 ed il 1814. Forse non tutti ricordano che lo scultore Antonio Canova, nel giugno 1815, dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo, giunse dall'Italia con l'intento di ricomporre almeno parte del patrimonio artistico della Chiesa di Roma. Le trattative difficili con Vivant-Denon e con alcuni tra gli Alleati, si conclusero tuttavia con il felicissimo risultato di ottenere il ritorno di circa 350 oggetti d'arte. A quel punto, Canova stesso, si rese conto della dolorosa mancanza di capitali atti a sostenere le spese non indifferenti del ritorno in Italia. Il generale H.R. Wellington, comandante dell'Alleanza e vincitore della battaglia di Waterloo felice dei risultati tanto impegnativi per la nazione, decise di finanziare personalmente l'operazione. E alla fine dell'anno 1815 le opere bolognesi erano esposte nella chiesa dello Spirito Santo sita in via de' Gombruti.