Ospedaletto, 2018. Cm. 21×30, pag. 263, fig. a col, br.
II volume indaga la straordinaria fortuna della scultura in marmo apuano tra la metà del Duecento e gli inizi del Cinquecento: da Nicola Pisano a Michelangelo. Una lunga parabola o, forse meglio, un’iperbole di intense relazioni artistiche e commerciali, che vide protagonisti lapicidi e scultori di varia provenienza, la cui arte fece del marmo apuano il materiale più prestigioso e ricercato per statue, monumenti, altari o sepolcri, da Venezia a Napoli, dalla Spagna alla Francia.
Il titolo del volume, Nelle Terre del Marmo indica, in prima istanza, una nuova possibile denominazione connotativa per un’area demo-territoriale non ancora del tutto consapevole di una propria identità. Si riferisce immediatamente a un territorio di diverse culture e tradizioni, che ha però condiviso una comune storia di eventi nel corso del periodo qui considerato, quando è stata campo di conquista e pure di divisione e scontro tra Genova, Pisa, Lucca e Firenze. Nei borghi e nelle vallate apuani sono nati, quasi per determinismo geografico, artefici per necessità, che hanno risalito lentamente la china delle competenze tecniche e delle abilità artistiche, divenendo prima picchiapietre o scalpellini, poi lapicidi ed infine scultori. Sono quei luoghi in cui talvolta arrivavano, da altre Terre o da città vicine ed affamate di pietre ornamentali, schiere di altri lapicidi e scultori, alla continua ricerca di materiali utili all’architettura e/o alle produzioni plastiche. Il documenta, offrendone una splendida mappatura, la variegata produzione marmorea, molta legata alla decorazione ornamentale, sviluppatasi nella zona nel corso del periodo crnologico preso in esame.
16 Maggio 2018