Alla metà degli anni Cinquanta del Novecento, le indagini condotte dal marchese Leonardo Ginori Lisci nell' archivio di famiglia e sfociate nel suo pionieristico volume Le porcellane di Doccia (1963), diedero avvio agli studi sulla Manifattura di Doccia rivelando un particolare interesse per l' aspetto scultoreo.
Il saggio di Rita Balleri passa al vaglio i modelli che vennero messi a punto dagli scultori che lavorarono per la Manifattura nel corso del XVIII secolo. Di tutti quei "soggetti" dunque che furono impiegati per la realizzazione delle forme in gesso a tasselli' necessarie alla traduzione in porcellana di celebri e meno celebri capolavori della statuaria. Il soggetto poteva tuttavia essere stato acquisito dalla manifattura oppure realizzato al suo interno. Lo stesso termine, però, veniva utilizzato negli inventari dei modelli di Doccia, per descrivere sculture che servivano come modello' da copiare. Se ne deduce che nella manifattura non esisteva una distinzione tra i modelli' , dai quali si sono originate le forme, e gli archetipi' , che sono stati impiegati come fonte d' ispirazione.
Quattro i saggi introduttivi vòlti ad approfondire il ruolo degli scultori di Doccia nel contesto della cultura neoclassica del tempo. A questi segue il catalogo dei pezzi censiti sulla base di un vastissimo spoglio inventariale. Bibliografia e indice dei nomi, in appendice.

14 Novembre 2014