Napoli, 2016. Cm. 24×24, pp. 80, tavv. e ill. a col. n. t., br.
Catalogo della mostra: Napoli, Palazzo Zevallos Stigliano, 2016.
Il volume porta in evidenza i risultati degli studi condotti intorno alla Santa Caterina d’Alessandria del Museo Civico d’Arte Antica di torino, uno dei dipinti più raffinati e, fino ad oggi, enigmatici del seicento italiano. La tela, già nella collezione dell’editore Giulio Einaudi, ha trovato finalmente la sua paternità nella figura di Giovanni Ricca (1603 circa-1656 [?]), un artista di formazione naturalistica che emerge oramai come una delle personalità più rilevanti attive a napoli nell’orbita di Jusepe de Ribera. L'esposizione illustra in sintesi – e al livello qualitativo più alto – il percorso di questo maestro ritrovato: dalla produzione di sante ed eroine bibliche a mezza figura che ne segna l’avvio all’insegna dei modelli di Ribera (rappresentato dai due bellissimi esempi del suo primo tempo napoletano, il Cristo alla colonna della Galleria Sabauda di Torino e la Maddalena penitente del Museo di Capodimonte di napoli), fino alle teledocumentate di destinazione sacra sulle quali si incardina la ricostruzione della figura del maestro, come la monumentale Trasfigurazione per la Chiesa di Santa Maria della Sapienza a Napoli, oggi in deposito presso il Palazzo della Prefettura e dunque difficilmente accessibile. Completano il percorso i dipinti di altri artisti in connessione con Ribera, le cui vicende critiche si sono intrecciate con quelle di Ricca: Francesco Guarino, il Maestro degli annunci ai pastori e soprattutto il fiammingo Hendrick de Somer, dei quali le raccolte di intesa sanpaolo conservano alcune delle prove più rappresentative: una occasione importante di verifica e di approfondimento della cultura figurativa napoletana del seicento, da una prospettiva inedita su questo momento straordinario dell’arte europea.
15 Aprile 2016