Lucca, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, 2018. Cm. 24×21, pp. 64, figg. a col. e in nero n. t., br.
Catalogo della mostra tenutasi a Lucca nella Chiesa di San Franceschetto dal 24 febbraio al 15 aprile 2018.
L’esposizione si inserisce in maniera ‘felice’ nel contesto di una progressiva crescita per la fortuna critica dello Scaglia, un tempo associato alla produzione di opere di argomento sacro e indicato come marginale allievo del maestro, Pietro Paolini; ma adesso sempre più considerato nella sua autonomia e indagato come versatile interprete del mondo intellettuale seicentesco, che seppe tradurre sulla tela, assecondandone le passioni letterarie e mitologiche.
Una personalità fantasiosa ed eclettica, attenta ai più vari impulsi linguistici, come alla trattazione dei generi tematici più diversi”. Con queste poche parole la storica dell’arte Paola Betti delinea la personalità artistica di Girolamo Scaglia, pittore ‘delicato’ che attraversò il Seicento lucchese con il suo tratto morbido e la sua peculiare verve inventiva. È questo infatti lo Scaglia presente nel San Franceschetto, con le sue personificazioni allegoriche, con i suoi paesaggi di genere, accurati e briosi. Uno Scaglia che anche nell’affrontare il tema sacro, trasforma la sua Giuditta in una sorta di eroina del mito. E poi c’è l’Allegoria della Musica, un sogno avvolto in un morbido manto di chiaro e di scuro, una paradossale immagine di silenzio, di quiete, in grado di suggerire nei dettagli l’idea del riposo ristoratore a seguito di una brillante e soddisfacente esecuzione. Un’opera tornata alla sua ‘luce’ originale grazie a un meticoloso restauro, al centro del contributo filmato che accompagna i visitatori della mostra. Il catalogo offre quindi un prezioso viatico all'opera di questo ancor poco conosciuto pittore toscano, mettendo a confronto, accanto alle opere restaurate, una preziosa antologia dei suoi dipinti.
18 Maggio 2018