Questo volume è il catalogo della mostra conclusasi recentemente a Bologna, dedicata alla collezione di pittura dell’ Opera Pia dei Poveri Vergognosi.
Riccomini apre il saggio iniziale dichiarando provocatoriamente che questa non è una collezione, poiché non he ha ne’ la storia ne’ la filosofia. E’ il frutto di lasciti diversi per epoca e per natura, quasi casuali.
Con acume appassionato e scrivendo in punta di penna, l’ autore trova indizi nel caso, e ricostruisce storie collezionistiche, vicende di mecenatismo. Di lì, sfruttando la sua profonda conoscenza della pittura bolognese e la sua esperienza del mercato, Riccomini prosegue, argomentando nuove attribuzioni, puntualizzandone altre, e ponendo numerosi dipinti, alcuni dei quali visti durante i suoi strabilianti viaggi in luoghi dove i più mai avrebbero immaginato che fossero musei d’ arte europea, in diretta relazione con le quindici opere appartenenti all’ istituzione bolognese. Queste schede sono una scelta della ben più ampia collezione (ci scusi l’ autore se usiamo la definizione da lui esclusa), che comprende numerosi ritratti, dipinti di architettura e di paesaggio.
Un esempio del lavoro filologico che sta al centro di questo libro e lo rende un pratico compendio della pittura bolognese dell’ epoca tra il Seicento e il Settecento, è l’ opera iniziale, una delicata allegoria del Silenzio, in forma di un giovane con il bacino coperto da un brillante drappeggio rosso, un dito sulle labbra e l’ altra mano a tenere un ramo di pesco. Riccomini ricorda le attribuzioni già suggerite per la tela, e poi, anche sulla scorta di quanto ha già scritto nel saggio critico d’ apertura, propone il nome di Michele Desubleo, rafforzando la sua tesi con precisi rimandi a opere certe del fiammingo trapiantato a Bologna.
Un procedimento simile viene usato anche al riguardo di due eleganti ovali su tela raffiguranti La Nobiltà e La Magnanimità, già avvicinati a Lorenzo Pasinelli, ma da trasferire alla mano di Giovan Gioseffo Dal Sole.
Sfogliando il volume, piacevole non solo alla lettura ma anche al tatto, s’ incontrano pittori protagonisti, come Marcantonio Franceschini e Giuseppe Maria Crespi, ma anche i cosiddetti minori, come Ercole Graziani il Giovane e Giuseppe Varotti. In tutti i casi, però, Riccomini porta alla luce nuove informazioni, scoprendo disegni preparatori, bozzetti, opere in diretta relazione, e mostrando quanto ancora si possa scoprire andando per musei.