Capolavori del Trecento. Il cantiere di Giotto Spoleto e l’Appennino. A cura di Vittoria Garibaldi e Alessandro Delpriori.

Perugia, Quattroemme, 2018. Cm. 22×25 , pag. 363, fig. a col, br. Catalogo della mostra a Spoleto, Giugno-Novembre 2018. Nella mostra sono esposte circa 70 opere, tra straordinari fondi oro e sculture di primo Trecento, provenienti da prestigiose raccolte nazionali e internazionali in quattro sedi espositive: a Trevi il Museo di San Francesco, a Spoleto […]

Perugia, Quattroemme, 2018. Cm. 22×25 , pag. 363, fig. a col, br. Catalogo della mostra a Spoleto, Giugno-Novembre 2018.

Nella mostra sono esposte circa 70 opere, tra straordinari fondi oro e sculture di primo Trecento, provenienti da prestigiose raccolte nazionali e internazionali in quattro sedi espositive: a Trevi il Museo di San Francesco, a Spoleto il Museo Diocesano – Basilica di Sant’Eufemia e il Museo Nazionale del Ducato, a Montefalco il Complesso Museale di San Francesco. Nello Spazio Arte Valcasana di Scheggino sarà possibile vivere uno sguardo corale, emozionante, sulla trama di chiese, pievi, eremi e abbazie in Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio dove questi artisti di cultura giottesca hanno lavorato tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento, connessi attraverso itinerari organizzati che permetteranno di scoprire luoghi ed opere d’arte incantevoli. Le collezioni permanenti dei musei ospitanti dialogano con capolavori unici, di cui alcuni per la prima volta concessi in prestito. Ricordiamo i due stupefacenti dossali esposti nell’appartamento di rappresentanza di Sua Santità il Pontefice, entrambi provenienti da Montefalco, restaurati per l’occasione dai magistrali laboratori dei Musei Vaticani; oppure lo straordinario riavvicinamento del Trittico con l’Incoronazione della Vergine del Maestro di Cesi e il Crocifisso con Christus triumphans dipinti entrambi per il monastero di Santa Maria della Stella di Spoleto, oggi separati tra il Musée Marmottan Monet di Parigi e il Museo del Ducato di Spoleto. Per la prima volta, dall’inizio dell’Ottocento, torneranno insieme. Tra il Duecento e il Trecento l’Umbria è teatro della più importante rivoluzione artistica del medioevo. L’eccezionale mostra è una summa della cultura artistica del periodo. Attraverso la ricostruzione del corpus delle opere di maestri anonimi, come il Maestro delle Palazze, il Maestro di Sant'Alò, il Maestro di San Felice di Giano, il Maestro di Cesi, il Maestro di San Ponziano, il Maestro della Croce di Trevi, il Maestro della Croce di Visso, il Maestro di Fossa, spesso pittori e scultori allo stesso tempo, valorizza una scuola pittorica ad oggi poco conosciuta, ma di grande interesse culturale.