Antonino Leto tra l’epopea dei Florio e la luce di Capri

Cinisello Balsamo, Silvana, 2018. Cm. 23×28, pag. 181, fig. a col e in nero, br. Catalogo della mostra a Palermo- Galleria d'arte Moderna- Ottobre 2018, Gennaio 2019. Con circa 100 opere, la mostra sarà la grande occasione per riconsiderare Leto, nel suo articolato percorso artistico, che lo ha visto formarsi innanzitutto a Napoli, dove si […]

Cinisello Balsamo, Silvana, 2018. Cm. 23×28, pag. 181, fig. a col e in nero, br.

Catalogo della mostra a Palermo- Galleria d'arte Moderna- Ottobre 2018, Gennaio 2019.

Con circa 100 opere, la mostra sarà la grande occasione per riconsiderare Leto, nel suo articolato percorso artistico, che lo ha visto formarsi innanzitutto a Napoli, dove si recò nel 1864, attratto dalla pittura di Giuseppe De Nittis e dalle proposte della "Scuola di Resina" che, sulla scorta della lezione macchiaiola divulgata da Adriano Cecioni, sosteneva una resa naturalistica svincolata dal descrittivismo analitico di Filippo Palizzi. Vincendo il “Pensionato Artistico” Leto si trasferisce prima a Roma nel 1875 e poi a Firenze, tra il 1876 e il 1878, dove collabora con la Galleria Pisaniche diventa il maggior acquirente della produzione di quegli anni. Il soggiorno a Parigi è decisivo per l’affermazione sul mercato internazionale e, invitato dal mercante Goupil, vi si trasferisce nel 1879.  Di questo periodo rimane la suggestione dei bellissimi dipinti con scene di vita parigina come Vecchia Parigi(già collezione Società Edison), BougivaleLe bois de Boulogne, espressioni accattivanti dei nuovi gusti della clientela borghese.  Uno dei momenti fondamentali e più appassionanti della mostra, anche dal punto di vista storico, sarà la ricostruzione dell’eccezionale rapporto tra Leto e la famiglia Florio, che sono stati i suoi maggiori mecenati. Questo consentirà di vedere in una nuova e speciale prospettiva la mitica epoca della Palermo Liberty o modernista e riflettere sulla complessità – attraverso opportuni confronti – di capolavori come La mattanza a Favignana, uno dei dipinti più intensi del nostro Ottocento che, nella sua coinvolgente dimensione epica, rimanda alle pagine de I Malavoglia di Verga. Una particolare attenzione sarà riservata anche alla consacrazione nazionale del pittore attraverso gli acquisti da parte della casa reale e dello stato. Verrà riconsiderata in ogni sua fase, attraverso l’esposizione degli straordinari studi preparatori, la complessa e appassionante genesi di un altro suo capolavoro I funari di Torre del Greco che venne presentato all’ Esposizione Nazionale di Roma del 1883, oggetto di acquisizione pubblica per la Galleria Nazionale d’Arte Moderna.