Benappi

Di padre in figlio

di Leonardo Piccinini

Ezio Benappi, ma l’antiquariato è davvero una passione di famiglia! “Una tradizione che deriva da mio nonno paterno, generazione dopo generazione. Io, mia moglie Nadia, mio figlio Filippo che lavora in questo settore con talento e successo da una decina d’anni (ha esordito a Maastricht nel 2012), mio nipote che però si è concentrato sul moderno e contemporaneo. Dalla Torino degli anni ’80, dagli incontri e insegnamenti di Giovanni Romano, dalla conoscenza e frequentazione di storici dell’arte, funzionari di Soprintendenza e direttori di musei, curatori internazionali, fino all’apertura della galleria di Londra, nel 2017, a Dover Street, Mayfair. Lo studio, l’approfondimento, le ricerche mi hanno accompagnato fino qui” racconta con una certa soddisfazione.  
Scoperte memorabili? Oppure alcune opere a cui è rimasto particolarmente affezionato. “Innumerevoli. In questo momento mi tornano in mente i due fratelli Ciani, benemeriti del Risorgimento e filantropi. Costretti all’esilio, furono ritratti da Francesco Hayez nei panni degli apostoli Giacomo e Filippo, avvolti in una veste tricolore. O l’apostolo di Arnolfo di Cambio e i due angeli di Tino di Camaino per Santa Maria del Fiore, oggi al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze. E sempre di Tino di Camaino il San Giovanni Battista che presentammo a Maastricht, appena pubblicato su Prospettiva, che dall’importante abbazia benedettina di Cava de’ Tirreni era finito nelle campagne inglesi! Ma potrei continuare per ore…”

Arnolfo di Cambio, Apostolo per la facciata del Duomo di Firenze