«E sorridevi e sapevi sorridere coi tuoi vent’anni portati così, come si porta un maglione sformato su un paio di jeans»; e vent’anni sono anche troppi, perché quel birichino impudico (senza maglione e, soprattutto, senza jeans) ne avrà avuti assai meno quando posò per Caravaggio. Il soggetto di quel dipinto così osé per quei tempi (siamo agli inizi del Seicento) è quello della vittoria dell’Amore sulle arti (sparse ai suoi piedi, tra strumenti e spartiti musicali, compasso e squadra da architetto, fogli di poesia ammantati da foglie d’alloro e pure un’armatura visto che, dopotutto, anche la guerra è un’arte, come insegna Sun Tzu); ossia quello che in latino si dice Amor Vincit Omnia (l’Amore vince ogni cosa).
"Anche il senso del valore delle cose, si direbbe, a giudicare dall’aggiudicazione a ben oltre centomila Euro in un’asta romana di una sua copia che impallidirebbe al cospetto di quel celebre dipinto oggi a Berlino, pagato dal marchese Vincenzo Giustiniani 300 scudi…"
Anche il senso del valore delle cose, si direbbe, a giudicare dall’aggiudicazione a ben oltre centomila Euro in un’asta romana di una sua copia che impallidirebbe al cospetto di quel celebre dipinto oggi a Berlino, pagato dal marchese Vincenzo Giustiniani 300 scudi (che Caravaggio avrà speso «Tra gli amici che ridono e suonano attorno ai tavoli pieni di vino / Religione del tirare tardi e aspettare mattino»). Non so quale ruolo abbia giocato l’amore in questo risultato d’asta; ma a vincere, stavolta, non è il dio armato di frecce (bareback sopra un tavolo ingombro d’oggetti) bensì, per la gioia di un pubblicitario, l’immagine sopra il contenuto. Ma come il sorriso ammiccante del giovane Amore in quella tela sembra ricordarci, «The triangle tingles and the trumpet plays slow» (Il triangolo vibra e la tromba suona dolcemente), ossia: così va il mondo.

26 Febbraio 2021